L’inquinamento atmosferico fa male alla salute, eppure nel Bacino Padano si vive più a lungo della media nazionale, e la Lombardia è ai vertici mondiali quanto a longevità. Anche a Milano, secondo i dati Istat riferiti al 2007, l’aspettativa di vita delle femmine alla nascita era di 84,78 anni contro gli 84,04 nazionali; per i maschi di 79,54 contro i 78,67. E la tendenza è al continuo miglioramento. Come si spiega questo paradosso? “Intanto dobbiamo aver chiaro che, contrariamente a quanto si pensa, l’inquinamento atmosferico è in drastico calo rispetto al passato; in secondo luogo anche per l’inquinamento vale il calcolo rischi/benefici, perché l’inquinamento è anche l’effetto di macchine, riscaldamenti, industrie che ci permettono di vivere meglio e più a lungo”. A parlare così è il professor Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia di Aviano e autore di numerosi studi sull’incidenza dell’inquinamento sulla salute.
Professor Tirelli, però periodicamente vengono pubblicati dati allarmanti sulla mortalità causata dall’inquinamento atmosferico. Si tratta di stime che sono indicative, perché si basano su parametri labili, difficili da verificare. Poi bisogna distinguere tra salute in generale e incidenza nei tumori. Mentre per i tumori tutte le ricerche internazionali concordano nel ritenere l’inquinamento atmosferico poco importante, diverso è il discorso per le malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio, soprattutto per le fasce di popolazione più vulnerabili. E’ chiaro ad esempio, che gli anziani cardiopatici o pneumopatici in periodi con una combinazione negativa di clima e inquinamento (principalmente in inverno), sono soggetti a problemi. Così pure nei bambini si possono sviluppare otiti e varie allergie, dovute a diversi inquinanti. Però dobbiamo stare attenti a non assolutizzare un solo fattore.
Cosa intende? Voglio dire che i fattori che concorrono a certe malattie sono svariati e hanno molto a che fare con le abitudini personali di vita: il fumo, l’abuso di alcol, l’obesità, l’inattività fisica, la droga, il tipo di alimentazione, sono tutti fattori che concorrono alle malattie. E anche sull’inquinamento ci sono diverse cose da chiarire.
Prego. Sui giornali si parla soltanto di aria, ma l’inquinamento è un problema molto più ampio, anche l’alimentazione ne è toccata. Tanto per fare un esempio: l’atrazina è una sostanza cancerogena presente nei pesticidi usati in agricoltura che poi possiamo ritrovare nella carne che mangiamo e nell’acqua che beviamo. Ancora, se uno vive vicino a una discarica abusiva – e sottolineo abusiva – è a grave rischio diossina. Poi dobbiamo considerare l’inquinamento indoor, quello interno agli edifici dove viviamo e lavoriamo. I toner delle stampanti, ad esempio, liberano una grande quantità di polveri sottili che respiriamo continuamente in ufficio e in casa. E se viviamo molto al chiuso, questo diventa un fattore di rischio per malattie cardiache e respiratorie. Discorso analogo va fatto per il radon, un gas cancerogeno che si sprigiona dal sottosuolo e contamina i piani bassi delle abitazioni. La Lombardia è una delle regioni più toccate da questo problema. Allora, bisogna valutare i fenomeni nel loro insieme, senza indulgere in allarmismi inutili e dannosi.
Certo, che però il quadro che lei dipinge non è molto rassicurante, l’inquinamento è ovunque. No, voglio solo dire che ogni problema va messo nella giusta prospettiva. Ci sono una serie di elementi che hanno effetti sulla salute ma all’interno di una situazione in cui il rapporto rischi/benefici è nettamente a favore dei benefici. Questo non dobbiamo dimenticarlo, non è vero che la situazione sta peggiorando e inoltre oggi abbiamo la tecnologia per diminuire ulteriormente l’inquinamento. Oltre al fatto che molto della salute dipende dalle nostre abitudini di vita. Perciò si deve affrontare i problemi con fiducia. Non ultimo perché anche gli allarmismi fanno male alla salute.
In che senso? Gli allarmi continui provocano ansia e l’informazione ansiogena è anch’essa un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
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