“Se Amnesty International persisterà nel difendere l’aborto come diritto umano, le organizzazioni e i singoli cattolici dovrebbero ritirare ogni loro sostegno, finanziario o meno, perché nel promuovere il diritto all’aborto Amnesty ha tradito la sua missione”. E’ quanto ha dichiarato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in una intervista al National Catholic Register.
L’invito del cardinal Martino arriva dopo che lo scorso aprile il comitato direttivo di Amnesty aveva deciso di rompere la tradizionale “neutralità” in fatto di aborto, schierandosi a favore di questa pratica in caso di gravidanze a seguito di stupro e nei casi in cui la vita della madre sia minacciata. “In questo modo – ha aggiunto il cardinal Martino – Amnesty International ha tradito i tantissimi cattolici che l’hanno sostenuta in tutti questi anni confidando nella sua missione integrale per la promozione e protezione dei diritti umani”.
Anche se la Santa Sede non ha mai finanziato direttamente o indirettamente l’organizzazione umanitaria, tra Amnesty e la Chiesa c’è stata sempre una grande sintonia in fatto di difesa dei diritti umani. Del resto lo stesso Peter Benenson, che fondò Amnesty International nel 1961, era un britannico convertito al cattolicesimo.
La svolta di Amnesty non arriva comunque improvvisa: secondo Austin Ruse, presidente del Catholic Family and Human Rights Institute, è da anni che i rappresentanti di Amnesty alle Nazioni Unite sostengono iniziative abortiste.
E anche SVIPOP aveva rivelato in un articolo del marzo 2006 che la sezione americana di Amnesty fa parte da tempo di un consorzio di organizzazioni non governative che ha come scopo il controllo delle nascite e la diffusione dell'aborto. |