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inserito il: 13-10-2009
GB, NINNA NANNA VERDE PER UNA BAMBINA CHE NON DORMIRÃ?
di Cara Ronza

Sei milioni di sterline. Questa è la cifra che il Governo britannico ha stanziato per l'ultima campagna di comunicazione verde prima della Conferenza sul clima di Copenhagen. La campagna, che dovrebbe accreditare la Gran Bretagna agli occhi degli ambientalisti di tutto il mondo, è iniziata però nel peggiore dei modi. Sia perché rivela tutta la debolezza degli argomenti che propone e sia perché non sta piacendo a nessuno, nemmeno ai cambioclimatisti più convinti.

Lo spot che l'ha inaugurata va in onda su ITV1 London, il terzo canale terrestre analogico della televisione britannica, prediletto dalle famiglie per il suo palinsesto di programmi di intrattenimento e soap operas. La strategia comunicativa del Governo, e del suo Segretario di Stato per l'Ambiente, Hilary Benn, ha previsto di inserire lo spot in un programma serale di grande successo, l'infinita serie di Coronation street, seguita da milioni di fedeli spettatori.

Tra una scena e l'altra della soap fa così capolino il quadretto tenero e rassicurante di un papà che con la voce accarezza la fantasia della piccola figlia che gli siede accanto. Il libro animato che sfoglia per lei, però, non è affatto rassicurante e nemmeno le parole della fiaba con cui il papà dovrebbe darle la buonanotte. 

A dispetto di ogni scrupolo per la serenità con cui andrà a dormire la sua piccolina, il papà racconta di "una terra dove il clima era molto, molto strano", dove un mostro tutto nero si era impadronito dell'aria e ingoiava nella sua bocca terrificante ogni cosa. La musica di sottofondo è da thriller, la voce del papà sempre più grave. La bambina si fa sempre più triste e i suoi occhi si riempiono di inquietudine. "Gli scienziati dicevano che era colpa della troppa CO2, che saliva in cielo all'aumentare dell'uso di energia". Città e paesi scomparivano sotto il mare, la vita dei bambini avrebbe avuto "orribili conseguenze".

È colpa degli uomini, racconta il papà, che accendono la luce, scaldano le loro case e vanno in giro in macchina. La bambina, ormai ridotta a un pulcino spaventato, temendo forse un giorno di dover vivere al buio, al freddo e consumare tutte le suole del mondo per salvaguardare l'ambiente, balbetta: "C'è un lieto fine?". Il papà non le risponde. Per fortuna c'è almeno la voce fuori campo, quella del programma governativo Act on CO2 (Agisci sulla CO2) che sentenzia: "Sta a noi decidere come finirà la storia". 

Le vittime designate di questa dispendiosa propaganda allarmista dovrebbero essere gli inglesi adulti, che secondo una ricerca pubblicata lo scorso 9 ottobre dal Department of Energy and Climate Change del Governo britannico, nel 52% dei casi ritengono che i cambiamenti climatici non avranno effetto sulla loro vita. La loro incoscienza va minata con un po' di sano terrore.

Poi però, visto che spesso davanti alla tv passano anche i bambini, e soprattutto vi si fermano quando c'è la pubblicità, ecco che tra le vittime ci sono anche gli inglesi più giovani. Difficile credere che chi ha ideato questa campagna non abbia pensato anche a loro e alla loro capacità di captare ogni messaggio che proviene dalla televisione.

Joan Ruddock, Ministro dell'energia e del cambiamento climatico (in Gran Bretagna c'è un ministero che si chiama proprio così), difende la campagna del diabolico mostro e della bambina triste, ma molte voci si sono già levate contro lo spot. Nel blog del sito ambientalista Nature.com viene definito “la più orrenda pubblicità mai vista in fatto di cambiamenti climatici”, mentre il sito del Times (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/environment/article6867046.ece) riporta il commento negativo di Philip Stot, Professore emerito di Biogeografia all'Università di Londra. 

Per Stot, già critico nei confronti del piano governativo di tagli alla CO2, in Inghilterra torna a volare lo spettro del 1984 di Orwell: la campagna del mostro è "un tentativo di controllare le menti con l'immagine di una guerra infinita". E poiché per fare la guerra c'è bisogno di un nemico di cui avere paura, se non ce ne sono altri va benissimo anche il cambiamento climatico. L'importante è che continui a spaventare grandi e piccini.