Un rapporto appena presentato dall’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) al suo comitato esecutivo mostra che le dieci maggiori nazioni donatrici dell’organizzazione sono perlopiù di popolazione bianca, hanno tassi di feritlità ben al di sotto del livello di sostituzione, hanno tra i più alti tassi di prevalenza di contraccettivi al mondo e hanno anche le leggi più liberali in fatto di aborto. La somma di donazioni da questi Paesi – che includono Olanda, Svezia, Norvegia, Regno Unito, Giappone, Danimarca, Germania, Finlandia, Canada e Svizzera – coprono l’85,6% delle entrate dell’UNFPA per contributi, che sono in totale 389 milioni di dollari. Escluso il Giappone, ognuno dei maggiori donatori dell’UNFPA ha il tasso di prevalenza dei contraccettivi ben superiore al 70%. Il tasso di fertilità medio di questi dieci paesi è di 1.59 figli per donna. E nessuno di questi Paesi ha tassi di fertilità che si avvicinano al livello di sostituzione. Sebbene l’UNFPA si rifiuti di comunicare un rapporto dettagliato sui contributi ai programmi, gli esperti di sviluppo sottolineano che l’UNFPA spende la maggior parte del denaro dei paesi donatori nei paesi a maggioranza non bianca nel sud del mondo. “Il punto è che l’UNFPA e i paesi bianchi che la finanziano hanno come obiettivo la riduzione della fertilità delle popolazioni di colore”, un esperto di sviluppo alle Nazioni Unite ha detto al settimanale Friday Fax. Se esaminiamo un’inchiesta ONU del 2005 sulle politiche per la popolazione nel mondo, uno sguardo più attento ai maggiori paesi donatori rivela che tutti stanno sperimentando un declino della fertilità. Olanda, Svezia, Regno Unito, Finlandia e Canada considerano come “massima preoccupazione” l’invecchiamento della popolazione e la riduzione della fascia di popolazione attiva. Giappone, Finlandia, Canada e Svizzera riconoscono che la fertilità è “troppo bassa” nei loro paesi e che stanno pensando a politiche per alzare i tassi di fertilità. Il declino demografico dei maggiori paesi donatori dell’UNFPA sta diventando una questione di crescente importanza dal momento che i tassi di fertilità stanno diminuendo drasticamente a livello globale. Secondo i demografi, già metà circa della popolazione mondiale vive in Paesi che sono al di sotto dei livelli di sostituzione. Esperti di popolazione come Phillip Longman, citano la stretta connessione tra crescita economica e popolazione. Nel suo recente libro “The Empy Cradle: How Falling Birthrates Threaten World Prosperity and What to Do About It” (Culle vuote: come il crollo delle nascite minaccia la prosperità mondiale e cosa fare) Longman spiega dettagliatamente i pericoli del declino della popolazione in termini di prosperità globale. Il finanziamento dell’UNFPA continua a essere un punto caldo per il governo statunitense. dal 2002 l’amministrazione Bush ha ritirato il suo contributoannuale di 34 milioni di dollari a causa del coinvolgimento dell’UNFPA nell’oppressiva politica del figlio unico in Cina. Conosciuta come l’emendamento Kemp-Kasten, la legge americana proibisce che le tasse dei cittadini possano andare a sostenere organizzazioni interhnazionali a favore di pratiche abortive coercitive o di sterilizzazioni forzate. In maggio due deputati democratici, Carolyn Maloney (New York) e Michael Honda (California) hanno presentato una legge che – se approvata – riattiverebbe il contributo di 34 milioni di dollari all’UNFPA, ma per sostenere esclusivamente la campagna dell’organizzazione per “Eliminare la Fistula”. L’UNFPA incoraggia i paesi a presentare impegni pluriennali in modo da garantire un costante flusso di fondi. Al 1° giugno 2007 erano già stati garantiti 417 milioni di dollari, ma solo 45 per il 2008. Pochi paesi si sono impegnati per finanziamenti oltre l’anno prossimo.
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