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| inserito il: 13-1-2009 |
| ECOPASS, IL GRANDE BLUFF |
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| di Francesco Ramella |
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Un altro anno di Ecopass a Milano. Questa la scelta della giunta Moratti che, a fine dicembre, ha deciso di prolungare la sperimentazione del pedaggio ambientale a tutto il 2009 mantenendo invariate le regole in vigore fino ad oggi. L’esperienza dello scorso anno è stata infatti giudicata positivamente dall’assessore alla mobilità sia per quanto concerne il traffico che l’ambiente. Analoga impressione si può trarre dalla lettura del rapporto di valutazione del provvedimento redatto nello scorso dicembre a cura dell’Agenzia milanese mobilità ambiente.
Nel documento sembrano però essere trascurati alcuni importanti elementi di valutazione che, se presi in debita considerazione, portano ad un giudizio quanto mai problematico di Ecopass. Vediamo perché. Per quanto riguarda i livelli di inquinamento atmosferico, ed in particolare la concentrazione delle polveri sottili (PM10), nella relazione si paragonano i dati relativi ai sei anni precedenti l’adozione dell’Ecopass con quelli registrati nel corso dell’ultimo anno: a fronte dei 51 microgrammi per metro cubo di polveri presenti in media nell’atmosfera di Milano tra il 2002 ed il 2007, nell’ultimo anno (da gennaio a novembre) la concentrazione media è risultata pari a poco più di 40 microgrammi.
Se questo risultato fosse da ricondursi all’adozione del pedaggio non vi è dubbio che si potrebbe parlare di un grande successo della misura. Ma così non è. Attribuire all’Ecopass il merito della riduzione dell’inquinamento in città significherebbe cadere nella fallacia del “post hoc, ergo propter hoc”. In realtà, la riduzione del PM10 nel 2008 ha ben poco a che spartire con il pedaggio e dipende quasi esclusivamente dalle condizioni atmosferiche più favorevoli alla dispersione degli inquinanti registratesi negli ultimi dodici mesi, come risulta evidente dal confronto fra quanto accaduto nel capoluogo e nel resto dell’area metropolitana.
Se analizziamo i dati delle stazioni della zona critica fuori Milano (Arese, Limito, Meda, Monza, Vimercate), scopriamo che, da gennaio a novembre (escluso agosto, mese nel quale Ecopass è stato sospeso), la concentrazione media del PM10 è risultata pari a 41,6 microgrammi per metro cubo; negli stessi mesi del biennio 2006-2007 le centraline avevano fatto registrare un valore medio di 49,7 microgrammi; a Milano si è invece passati da 50,2 a 43,7 microgrammi.
Dunque, se a Milano le polveri sono diminuite del 13%, nel resto dell’area metropolitana la riduzione è stata addirittura superiore, pari al 16%. A Como, sull’intero anno, si è avuta una riduzione del 12% rispetto al 2007. La quasi impercettibile ricaduta dell’Ecopass sulla qualità dell’aria è in linea con quanto accaduto a Londra dove, come evidenziato dalla stessa London Transport, l’agenzia responsabile per l’implementazione della congestion charge, l’introduzione del pedaggio per accedere alla zona centrale della città non ha avuto alcuna apprezzabile conseguenza in termini di miglioramento della qualità dell’aria: i benefici correlati alla minor emissione di inquinanti atmosferici sono stati valutati pari a meno dell’1% di quelli complessivi che derivano per oltre il 95% dalla riduzione dei tempi di viaggio dei londinesi.
Quanto ai milanesi, stando sempre alle stime dell’Agenzia per la mobilità, all’interno dell’area Ecopass si sarebbe verificato un incremento medio della velocità prossimo al 4%. Un risultato che non deve essere sembrato esaltante se, per spiegare tale dato, si scrive che: “La rete stradale non presentava estesi fenomeni di congestione acuta”. Con riferimento al resto della città, è stata poi stimata una riduzione dei tempi di viaggio pari all’1%: in termini assoluti, uno spostamento che per essere effettuato richiedeva 20 minuti prima dell’adozione del pedaggio, oggi ne necessiterebbe 19 e 48 secondi, con un risparmio di 12 secondi.
Tradotto in termini monetari, il risparmio di tempo su base annua per tutti gli automobilisti, assommerebbe a 9,3 milioni di Euro. Per stimare i benefici netti del provvedimento, a tale cifra occorre sottrarre la perdita subita da coloro che, avendo rinunciato all’auto per evitare il pagamento del pedaggio, effettuano oggi lo spostamento, in parte o in toto, con i mezzi pubblici (l’incremento di utenza di bus e metropolitana, non derivando da un miglioramento del servizio ma da un aumento di costo dell’uso dell’auto, rappresenta una ricaduta negativa e non positiva, come di norma viene giudicata, del provvedimento) oltre a quella connessa al tempo che i cittadini milanesi hanno perso per informarsi e per adempiere alle formalità burocratiche connesse al pagamento di Ecopass.
Tali valori non vengono quantificati nella relazione dell’Agenzia. Inoltre nel documento e, più in generale, in tutte le valutazioni relative all’introduzione del pedaggio, non si fa mai riferimento all’altro elemento indispensabile per poter esprimere una valutazione oggettiva del provvedimento, ossia a qual è stato l’investimento necessario e quali sono i costi operativi di gestione del sistema.
A Londra il costo annuo è risultato pari a circa 150 milioni di Euro all’anno. Se ipotizziamo che a Milano il costo di gestione sia pari al 10% di quanto speso a Londra, ossia 15 milioni di Euro, il bilancio complessivo dell’Ecopass si rivelerebbe fortemente negativo. Nell’ipotesi più favorevole, ossia con costi di sistema e “nascosti” davvero minimi, il beneficio complessivo sarebbe di pochi milioni di euro equivalenti a due o tre euro in media per ciascun milanese o, meglio, qualche decina di euro guadagnati dagli automobilisti che attribuiscono un più elevato valore al proprio tempo ed una perdita secca per tutti gli altri.
Insomma, nella migliore delle ipotesi: tanto rumore per (quasi) nulla. |
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