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inserito il: 21-2-2009
IL CONSIGLIO D'EUROPA PROMUOVE L'AGENDA GAY
di Piero Tozzi e Katharina Rothweiler

Una commissione speciale del Consiglio d'Europa (CoE) si è incontrata recentemente a Strasburgo, in Francia, per promuovere l'applicazione dei Principi di Yogyakarta sull'orientamento sessuale e l'identità di genere fra i 47 stati membri del CoE. 

Una delle voci controverse all'ordine del giorno della Commissione degli Esperti di discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere invoca il divieto di "linguaggio dell'odio",  con "speciale attenzione" a "politici, opinionisti, dignitari religiosi e  media”. Questo viene interpretato da qualcuno come un tentativo di impedire le critiche al comportamento omosessuale e  lo "stile di vita gay".

I critici fanno notare che la Svezia aveva messo alla sbarra il pastore pentecostale Åke Green per una sua predica sulla peccaminosità del comportamento omosessuale. Nel ribaltare il verdetto, la Corte Suprema svedese sottolineò che il suo comportamento era illegale ai sensi della legge svedese, ma in questo caso scattava la protezione per il diritto di parola prevista dalla Convenzione europea sui diritti umani, che aveva la precedenza sulla legge svedese. 
 
Se dovessero diventare vincolanti i Principi di Yogyakarta, indebolirebbero il diritto alla libertà di parola, oltre alla protezione del libero esercizio [della fede... ndt], dato che questi principi impongono allo Stato di assicurare che l'esercizio della libertà di espressione e di religione non violino "i diritti alle libertà di persone di orientamenti sessuali e identità di genere diversi”.

Un'altra voce  dell'ordine del giorno si è occupata di stabilire se i divieti alle parate "Gay Pride" si collochino fra le violazioni dei  diritti umani. Questo potrebbe mirare a colpire la Federazione russa, dove una serie di municipi ha bandito tali manifestazioni.
 
Alcune critiche si sono appuntate sul fatto che diversi dei Principi di Yogyakarta minerebbero l'autorità dei genitori di allevare i figli secondo i propri valori.  L'ordine del giorno dell'incontro del CoE, che chiedeva "misure preventive e la promozione della tolleranza" fra "alunni  e personale della scuola",  accresce tali preoccupazioni.

Due degli esperti  chiamati a relazionare davanti al CoE sono Michael O’Flaherty, componente della Commissione per i diritti umani e "rapporteur speciale" incaricato di promuovere la messa in atto dei Principi di Yogyakarta,  e Nicolas Beger, l'uomo di punta di Amnesty International per i “diritti umani in relazione ai trans". Il ruolo di  O’Flaherty nel promuovere l'agenda di Yogyakarta è particolarmente controverso, dato che risulta tuttora un sacerdote cattolico, laureato alla prestigiosa Gregoriana di Roma, gestita dai gesuiti. Inizialmente  O’Flaherty era stato incardinato nella Diocesi di Galway, Irlanda, ma il suo status attuale è indeterminato.

Negli ultimi mesi, i Principi di Yogyakarta sono stati messi in gran rilievo da certi stati europei. In dicembre il ministro degli esteri Maxime Verhagan ha usato l'occasione di una dichiarazione guidata dalla Francia all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e firmata da 66 Paesi per promuovere i Principi di Yogyakarta.

All'inizio di febbraio, il Consiglio sui Diritti umani, tramite un delegato svedese, ha interrogato la Malaysia sulle sue leggi anti-sodomia, premendo sul governo malese affinché "allinei le sue leggi e le sue politiche ai Principi di Yogyakarta”.

Il Consiglio d'Europa è distinto dall'Unione Europea (UE) e dagli organismi affiliati. Ha un numero maggiore di componenti e risale a prima della UE,  ed è considerata il principale protettore e promotore dei diritti umani in Europa.