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inserito il: 15-10-2008 |
IL RITORNO (PURTROPPO) DI NICHOLAS STERN |
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di Paolo Togni |
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Ci risiamo con Nicholas Stern, il famigerato autore del rapporto che porta il suo nome, diffuso nel 2006, nel quale si tentava di terrorizzare il mondo intero con la minaccia di spaventosi cataclismi se non si fosse cominciato da subito a: 1) desistere dal benessere raggiunto per regredire a livelli da società preindustriale; 2) a spendere cifre da capogiro per abbattere le emissioni di CO2.
In breve tempo nessuno ha più parlato di Stern o del suo rapporto. Di recente il nostro, probabilmente spinto dalla frustrazione di aver visto svanire una popolarità tanto facilmente conquistata, ha rincarato la dose: in un'intervista al noto organo (scientifico?) britannico "Guardian" infatti ha dichiarato che non basterà investire nella lotta ai cambiamenti climatici l'uno per cento del reddito mondiale, ma occorrerà arrivare subito al due per cento. Migliaia di miliardi di euro per sperare di vedere nel 2050 una temperatura 0,6 gradi più bassa di quella altrimenti prevista.
Sappiamo tutti che la madre dei cretini è sempre incinta, ma qui la vogliono costringere a un superlavoro! E, naturalmente, non mi riferisco a Sir Nicholas, che come cretino sarà anche super, ma è uno solo; faccio riferimento a coloro che gli danno retta, o almeno alla parte più abbondante di loro: altra parte è composta da marpioni e uomini di malaffare, appollaiati come avvoltoi sui rami apprestati per loro dall'ignoranza e dal conformismo dei decisori politici, pronti ad avventarsi sulle grasse carogne del progresso e della civiltà che l'ottusa incultura dei conformisti e dei reazionari sta approntando per loro.
Peraltro Stern si trova in compagnia di cretini multinazionali, come quelli che hanno approvato in Commissione Ambiente al Parlamento Europeo (si, proprio quello che produce norme sul raggio di curvatura della banana, per capirci) la proposta dell'irlandese Avril Doyle per l'inasprimento dei limiti previsti dal demenziale provvedimento noto come 20-20-20. Tre italiani sui cinque presenti, peraltro, hanno espresso voto contrario, e voglio nominarli: si tratta degli eurodeputati Elisabetta Gardini, Amalia Sartori e Salvatore Tatarella. Grazie e alla prossima.
Certo è che la valanga di melmoso conformismo smossa dal problema del riscaldamento globale sta gettando nel ridicolo gran parte del mondo. Possiamo consolarci solo pensando che noi stiamo combattendo la buona battaglia, che siamo in pace con la nostra coscienza e che siamo pronti a rendere i conti che ci saranno chiesti. Possiamo presentarci in quell'occasione con le mani nette e la coscienza pulita.
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