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| inserito il: 19-3-2010 |
| A QUALCUNO NON PIACE "LE SCIENZE" |
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| di Riccardo Cascioli |
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Una autorevole rivista scientifica riprende e giudica in modo positivo un articolo pubblicato dal nostro sito Svipop.org, che viene anche lodato per la sua attività pubblicistica. E il “Sinedrio” dei cambioclimatisti si scatena, raccogliendo firme per un lungo documento in cui, oltre agli immancabili insulti verso Svipop.org, si attacca anche lo scienziato autore dell’articolo. E’ solo l’ultima dimostrazione che il cambioclimatismo è ormai diventato una religione, con tanto di testi sacri – i rapporti dell’IPCC, l’organizzazione dell’ONU che si occupa di cambiamenti climatici – e di sacerdoti. Ma raccontiamo le cose con ordine. Nel numero di febbraio, la rivista Le Scienze – edizione italiana di Scientific American – pubblica un commento dal titolo “Il clima e l’anidride carbonica” che riprende l’intervista a Fabio Malaspina pubblicata su questo sito. L’articolo è firmato da Enrico Bellone, fisico, storico della scienza e direttore della prestigiosa rivista fino al gennaio 2009. Bellone, indicando “tre verità sulla CO₂” contenute nell’intervista, ne approfitta per stigmatizzare un certo modo di dare notizie a carattere scientifico che invece di informare l’opinione pubblica sembra abbiano lo scopo di creare allarmi. E paragona quindi la corsa “dietro ai fantasmi della CO₂” alla storica caccia all’untore e alla strega.
Nel fare questo definisce anche svipop.org “un buon canale europeo d’informazione” su questi temi. Per il Sinedrio dei cambioclimatisti, da tempo impegnato a screditare sul web e in incontri pubblici il nostro lavoro, si è trattato di una vera e propria bestemmia. Così nel giro di pochi giorni è stato redatto un documento che ha raccolto 49 firme (scienziati, giornalisti, tecnici e accademici vari) e lo ha nviato a Le Scienze, che infatti lo ha pubblicato nel numero di Marzo con il titolo “Il dibattito sul clima si riscalda”. In effetti, il titolo scelto dagli estensori era “Basta insulti ai climatologi” perché evidentemente spiegare all’opinione pubblica alcune nozioni di fondo sull’anidride carbonica è per costoro un insulto alla scienza.
In apertura di lettera si parla dell’editoriale di Bellone come di “un articolo disinformato e pieno di palesi errori”, e delle “tre verità sull’anidride carbonica” come di “argomenti inconsistenti” che rispondono “ai ricorrenti miti e alle leggende metropolitane continuamente proposte su riviste generaliste e su siti Internet di nessuna credibilità scientifica”. Ovviamente il sito citato è svipop.org “incredibilmente scambiato da Bellone per un buon canale europeo di informazione” e invece “conosciuto per ospitare le più strampalate teorie negazioniste sui cambiamenti climatici, spesso accomunate solo da una paranoia antiambientalista”.
Tornerò più avanti sulle accuse a svipop.org. Intanto è interessante capire come mai una rivista prestigiosa come Le Scienze pubblica, addirittura in un commento, tali “argomenti inconsistenti”. La nostra sensazione è che anche in ambito scientifico si sia stufi di una informazione ideologizzata e mistificante che alla fine si ritorcerà contro tutta la comunità scientifica, come i recenti scandali dell’IPCC dimostrano; che si voglia tornare a parlare principalmente di scienza e non di politica “legata alla scienza”; che, infine, dato il sistema di finanziamenti alla ricerca, gli scienziati a fine carriera siano più liberi di dire le cose come stanno.
La risposta dei 49 è invece un po’ diversa e la si può facilmente intuire quando ci si riferisce al professor Enrico Bellone affermando che “non possiamo non riconoscere l’importante attività di divulgazione scientifica svolta in passato”. Ecco, in passato: praticamente i 49 – pur con sottintesi sofisticati degni di scienziati di tal fama - danno al prof. Bellone del vecchio rincoglionito. Senonché dalla risposta che nello stesso numero il prof. Bellone dà ai suoi critici, non si direbbe che questo sia il caso. Anzi, sembrerebbe molto più informato dei 49, perché oltre alla “Bibbia” dell’IPCC legge anche altre pubblicazioni scientifiche dato che “la fisica del riscaldamento globale” non è “incorniciata una volta per tutte nel ‘lavoro di sintesi’ dell’IPCC”.
Quindi Bellone cita “un climatologo di fama internazionale come Guido Visconti” che “nel suo libro Clima estremo ha scritto che ‘oggi la scienza non è in grado di spiegare le variazioni climatiche che sono avvenute in passato; pertanto non si capisce come la stessa scienza potrebbe essere in grado di prevedere quello che avverrà nel prossimo futuro. Malgrado ciò organismi internazionali come l’IPCC annunciano, con cadenza regolare, previsioni per i prossimi 50 o 100 anni. Questa apparente capacità previsionale è la stessa che ha dato notorietà, e quindi assicurato fondi, a un’intera classe scientifica negli ultimi 20 anni’. Poche settimane fa – prosegue Bellone – il sito del Times ha dato la parola al consulente scientifico del governo britannico, John Beddington, secondo il quale c’è bisogno di ‘maggiore onestà’ nel formulare previsioni sul cambiamento climatico”. Bellone chiude quindi la replica con un’altra citazione di Beddington: “I climatologi dovrebbero essere meno ostili nei confronti degli scettici che mettono in dubbio l’origine antropica del riscaldamento globale”.
Il prof. Bellone, quindi, da attento lettore di riviste scientifiche, sostiene che riguardo all’origine antropica del riscaldamento globale nel mondo scientifico non v’è affatto alcuna certezza e che quindi è giusto tenere in considerazione tutti gli studi in materia.
Esattamente quello che da sempre sostiene il nostro sito che, contro il “pensiero unico”, si sforza di dare conto di una situazione molto più complessa di quel che si vuol far credere. E anche di tanti interessi – economici e politici – legati alle politiche del clima.
Bene, evidentemente per questi 49 “esperti” rappresentare la complessità della situazione equivale a “ospitare le più strampalate teorie negazioniste”. Peraltro, nel migliore stile stalinista si sparano accuse senza portare alcun documento a sostegno. In altre parole, ci piacerebbe sapere quali sarebbero le “teorie strampalate” ospitate sul nostro sito, così che magari possiamo verificare. Ma abbiamo l’idea che ai 49 non interessi affatto argomentare, l’importante è bollare con il marchio d’infamia: una volta era “reazionario e fascista”, oggi è “negazionista”. Non può infatti sfuggire che il marchio di “negazionista” intenda assimilare i critici della teoria del riscaldamento globale antropogenico a quanti negano l’Olocausto e lo sterminio degli ebrei. Un modo francamente odioso di esprimersi.
Per quanto ci riguarda non ci piace neanche la definizione di “scettici”, sempre riferita ai critici della teoria del riscaldamento globale antropogenico. Personalmente non sono affatto scettico, e non lo sono i tanti esperti e scienziati che collaborano a questo sito. Più che scettici siamo “convinti” della complessità del sistema clima e dell’impossibilità di fare previsioni certe o di dare risposte assolute e definitive alle tante domande che abbiamo. Siamo perciò “certi” della necessità di una informazione e di una divulgazione scientifica che rispecchi lo stato della conoscenza, e di una ricerca scientifica che sia anzitutto scoperta dei meccanismi della natura e non mera ricerca di conferme a tesi precostituite.
P.S.1: Secondo i 49 l’intervista sulla CO₂ è stata pubblicata da Avvenire e poi ripresa da svipop.org. In realtà su Avvenire è apparsa soltanto una sintesi dell’intervista che nella sua completezza è stata pubblicata soltanto da svipop.org. Potrebbe sembrare una precisazione irrilevante o superflua. La riprendo soltanto perché anche questo è un indice del modo superficiale e arrogante di lavorare che hanno certi “esperti”. Che siccome sanno già tutto non si preoccupano neanche di fare una piccola verifica.
P.S. 2: In effetti a Le Scienze è arrivata anche una lettera di tono ben diverso, che invece plaudiva al commento del prof. Bellone. E’ firmata da 15 ricercatori. Non è stata pubblicata, e i motivi sono ben comprensibili, ma è bene sapere che c’è. |
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