Mao Hengfeng, una donna vittima della “legge del figlio unico” e che continua a protestare per essere stata costretta ad abortire sedici anni fa, è stata arrestata e torturata in Cina. Lo ha reso noto Human Rights in China (HRIC), secondo cui Mao è stata arrestata lo scorso 13 febbraio e detenuta fino al 29 marzo. “Sono stata isolata – ha spiegato Mao – in una o due stanze, e dovevo chiedere il permesso anche per andare a gabinetto. Oltre al tormento psicologico, hanno anche commesso abusi fisici. Mi hanno picchiata in diverse occasioni, e una guardia soprannominata Bai con il numero di matricola 039351 si metteva in ginocchio sul mio petto, mi afferrava per il collo, urlandomi che mi avrebbe provocato un’emorragia così che non si sarebbe potuto determinare la causa della morte”. All’avvocato di Mao è stato impedito di visitare la prigioniera con il pretesto dei “segreti di Stato”. In questa occasione l’arresto è stato motivato dalla sua partecipazione a una manifestazione in difesa di un altro dissidente. Ma tra il 2004 e il 2005 Mao Hengfeng era stata mandata per 18 mesi in un “campo di rieducazione attraverso il lavoro” per aver insistentemente chiesto giustizia alle autorità per l’aborto forzato impostole dalle autorità in quanto aveva violato la “legge del figlio unico”. Secondo il Rapporto di Amnesty International durante la detenzione era stata più volte legata, sospesa al soffitto e picchiata. Precedentemente era stata più volte arrestata e detenuta, anche in cliniche psichiatriche dove era stata sottoposta anche all’elettroshock.
La "legge del figlio unico" è in vigore in Cina dal 1979 allo scopo di abbssare drasticamente i tassi di crescita della popolazione. I metodi con cui è stata applicata sono stati particolarmente violenti: aborti forzati, infanticidi, distruzione dei villaggi dove si nascondeva la donna 'imputata', perdita del lavoro e di ogni tutela sociale per la famiglia. E' per evitare di finanziare campagne violente di questo genere che il presidente americano George W. Bush ha tolto il finanziamento federale al Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), che di queste politiche continua a essere corresponsabile. Al contrario, proprio l'Unione Europea, sotto la guida di Romano Prodi, ha deciso di colmare il vuoto lasciato dalla mancanza dei fondi americani. |