|
|
|
|
|
|
inserito il: 14-3-2007 |
E le Chiese si uniscono al delirio verde |
 |
di Fabrizio Proietti |
 |
Sarà proprio da gustare la scena del prete o del vescovo che la sera del 1° settembre sarà costretto a partire dalla stazione centrale di Milano o da quella Termini di Roma con un alberello in mano. Destinazione Sibiu, bella città medievale nel cuore della Transilvania, in Romania, per partecipare alla Terza Assemblea ecumenica europea, un importante incontro ecumenico tra le Chiese cristiane europee. Perché in treno e con un alberello? Per “testimoniare uno stile di vita nel quale, in contrapposizione al dominio della logica economica ed alla costrizione al consumo, accordiamo valore ad una qualità di vita responsabile e sostenibile”. In altre parole: le Chiese cristiane europee vorrebbero costruire l’unità abbracciando l’ideologia no-global ed ecologista. E’ quanto emerge chiaramente dalle indicazioni del convegno preparatorio per Sibiu, svoltosi nei giorni scorsi nella città tedesca di Wittenberg-Lutherstadt. Nella città di Lutero, il gruppo di lavoro sul Creato ha prodotto un documento degno dell’ala più radicale del WWF. I delegati cattolici, protestanti, anglicani e ortodossi – preso atto che “il Creato è gravemente e seriamente compromesso dall’irresponsabile azione dell’uomo” - sono d’accordo nel chiedere all’Europa un impegno per “l’inversione della curva dello sviluppo”, vale a dire per la “decrescita economica”, che è diventato un ritornello di tanti gruppi cristiano-ambientalisti.
Ma analisi ed appelli generici non bastano: allora le Chiese vogliono fare qualcosa per l’ambiente, di loro iniziativa, “per essere più autorevoli nella richiesta dei grossi sacrifici che saranno necessari”. Ecco allora la prima proposta: tutti i delegati, di qualsiasi parte d’Europa, che saranno a Sibiu il 4 settembre (ne sono attesi 2500) dovranno andarci in treno. Forse è il tentativo di creare una selezione naturale. Prendiamo ad esempio il malcapitato delegato italiano: per poter arrivare puntuale non avrà infatti altra scelta che partire il 1° settembre. Da Milano, solo per arrivare a Bucarest in treno ci vogliono dalle 31 alle 35 ore (a seconda della linea scelta) e con poche possibilità di riposare visto che bisogna cambiare treno dalle 3 alle 5 volte. Il documento non lo dice, ma sicuramente in nome della sobrietà c’è anche l’obbligo di viaggiare in seconda classe (se non è prevista la terza). Giunti poi a Bucarest c’è la mazzata definitiva: un altro treno (ce ne sono soltanto due al giorno) che porti a Sibiu, altre sei ore con un diretto che ferma quasi ovunque. In totale due giorni interi di viaggio. Come se non bastasse, la “testimonianza” richiede anche che ogni singolo delegato porti in treno, non solo la sua valigia ma anche “un alberello per la riforestazione di un’area già individuata”.
Un vero e proprio massacro, e il tutto per evitare di prendere l’aereo, ormai assurto a simbolo del male, il Grande Inquinatore. In attesa di abrogare completamente questo mezzo di trasporto, ci potrebbe essere qualcuno che – con la scusa dell’età o della salute malferma – elude la “testimonianza” preferendo un viaggio di sole 5 ore in aereo. Niente paura, i delgati della commissione Creato – forse ispirati dalla patria di Dracula - hanno pensato pure a questo: 12 euro di tassa per la lotta contro le emissioni di anidride carbonica.
Il bello è che non si salva neanche chi resta a casa e magari cerca di ignorare quel che avviene in Transilvania: l’intenzione è infatti di impegnare tutte “le parrocchie e comunità cristiane dell’Europa a vendere tutte le auto attuali per acquistare quelle a zero emissioni di CO2”, che sarebbero “quasi pronte”. Si potrebbe quasi pensare che l’ecumenismo abbia per sponsor qualche importante industria automobilistica, ma l’affare evidentemente è ben più vasto.
Basta pensare all’Italia, dove i vescovi già sostengono discretamente una associazione ambientale, Greenaccord, che organizza dei forum internazionali per giornalisti cattolici invitando come relatori i peggiori “catastrofisti” del pianeta, nonché portatori di una visione neo-pagana dell’ambiente: da Lester Brown, fondatore del WorldWatch Institute, a Mathis Wackernagel, ideatore dell’impronta ecologica. Energia solare ed eolica è la parola d’ordine e alcune diocesi italiane hanno già cominciato a investire i soldi dei fedeli per impiantare pannelli solari su chiese e canoniche. Se ora i fondi dell’8 per mille, in nome del Creato, dovranno pure andare per rinnovare il parco macchine dei preti, c’è da pensare che dietro ci sia la mano astuta della sinistra radicale: un taglio ai fondi alla Chiesa, senza neanche ridiscutere il Concordato, semplicemente convincendola a spenderli per sostenere l’economia “alternativa” italiana.
|
 |
|
|