Ci stanno dicendo che tutte le risorse si esauriranno nel 2050; che entro lo stesso anno i cambiamenti climatici provocheranno una crisi economica senza precedenti. E’ un’altra ondata di allarmi ambientali generata da una cupa ideologia che odia la presenza dell’uomo e da interessi politici che hanno niente a che vedere con la scienza e l’ambiente. A spiegare cosa c’è dietro all’industria dell’allarmismo arriva in libreria dal 7 novembre “Le Bugie degli Ambientalisti – 2” (edizioni Piemme - euro 12.90), scritto ancora una volta da Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari, che così completano il lavoro del primo volume uscito nel 2004, che ha riscosso un notevole interesse. In più c’è ora una novità: il sito www.lebugiedegliambientalisti.it dove, tra l’altro, i lettori sono invitati a scrivere la propria opinione. Di seguito proponiamo la presentazione del libro che appare sull’ultimo numero della rivista “21mo secolo-Scienza e tecnologia”. “E’ fondamentale il recupero dell’antropologia cristiana, per promuovere quello sviluppo e innovazione tecnologica necessarie per migliorare la qualità dell’ambiente. E’ la tesi sostenuta ne “Le bugie degli ambientalisti – 2” (edizioni Piemme), il libro di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari che esce a due anni di distanza dal successo del primo volume. Il nuovo lavoro si concentra proprio sul rapporto tra sviluppo e ambiente, così spesso mistificato dall’ideologia ambientalista secondo cui il primo è causa del degrado del secondo. La realtà però dimostra esattamente il contrario e, dopo aver corretto una serie di percezioni sbagliate riguardo alla natura (viene dimostrato come questa inquini e consumi più dell’uomo), i due autori affrontano il tema chiave dell’impronta ecologica - assurta a sistema di misura universale della sostenibilità - smascherandone la truffa ideologica e l’obiettivo vero: guidare il mondo verso la povertà generalizzata. Una notevole documentazione – che include una breve rassegna dei “pensatori” economici che sostengono la necessità della decrescita economica – fa da supporto alla tesi di Cascioli e Gaspari, i quali dimostrano anche come l’Unione Europea sia ormai nelle mani della lobby ecologista con direttive – dalla casa ai voli aerei fino alla chimicofobia – che portano dritte al suicidio del nostro continente. Molto interessante la parte sulla “Diplomazia verde” della UE dove viene anche svelato il poco edificante retroscena che sta dietro la firma del Protocollo di Kyoto da parte della Russia. In realtà soltanto uno sviluppo equilibrato può garantire il miglioramento delle condizioni ambientali: non è dunque il ritorno a un ideale passato (che peraltro non è mai esistito) la strada da percorrere, ma è l’andare avanti ponendo l’uomo al centro degli obiettivi di sviluppo. Lo dimostrano le possibilità che le nuove tecnologie permettono proprio in chiave ambientale, e dei capitoli appositi vengono infatti dedicati all’energia nucleare e allo smaltimento dei rifiuti attraverso i termovalorizzatori. Interessante, al proposito, anche la breve storia dei rifiuti riportata che dimostra come un problema che ha sempre accompagnato la vita sulla terra, venga oggi affrontato in modo più razionale ed ecologico malgrado la popolazione mondiale sia molto cresciuta. Tutto però ruota attorno alla concezione del rapporto tra uomo e ambiente ed è per questo che è necessario – dicono Cascioli e Gaspari – affrancarsi da questa ondata di neo-paganesimo (penetrata fin dentro la Chiesa cattolica e qui si fanno nomi e cognomi) per ritornare all’antropologia cristiana, che non a caso parla di Creato, concetto molto più ampio di ambiente. L’ultima parte del libro è quindi dedicata ai princìpi su cui deve fondarsi una vera ecologia umana, una strada segnata perché possa fiorire un nuovo movimento ambientalista di cui già si vedono i primi germogli. Da non perdere poi l’appendice, dove gli autori ci regalano un altro interessante album di famiglia, brevi biografie dei padri dell’ecologismo (anche italiano) da cui emerge un inquietante vicinanza tra questi e il nazismo. Meditate gente, meditate”.
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