Decenni di esperienza e ricerche sul campo dimostrano una cosa sola: la lotta all??AIDS basata sull??uso del contraccettivo è miseramente fallita. E se le agenzie internazionali non riconosceranno in fretta questa realtà si andrà incontro a tragedie peggiori, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo ?? Africa in testa ?? cioè quelli maggiormente colpiti. Ad affermarlo sono diversi studi scientifici, noti da anni ma colpevolmente ignorati dai responsabili delle politiche globali. Non solo i preservativi dimostrano una fallibilità mediamente del 15%, ma diffondere l??idea che il loro uso rappresenti una sicurezza assoluta ?? come la propaganda internazionale si ostina a fare ?? incentiva quei comportamenti sessuali responsabili dell??infezione annullando così gli effetti positivi dell??uso del profilattico. In Africa i Paesi dove maggiormente è diffuso il preservativo sono anche quelli dove più alto è il tasso di infezione.
Se c??è un problema nell??approccio alla prevenzione dell??AIDS, analogo problema lo troviamo anche nella cura: è infatti parziale ?? e perciò fuorviante - la martellante campagna sul costo dei farmaci. La disponibilità di cure a un prezzo accessibile è un diritto sacrosanto, ma è profondamente sbagliato pensare che basti tale disponibilità per risolvere il problema. La verità è che tali Paesi mancano di infrastrutture ?? ospedali, ambulatori, personale specializzato ?? e soprattutto di progetti educativi che puntino sulla ??risorsa umana?.
Ci sono però anche segnali positivi, sia nella prevenzione sia nella cura, e non a caso partono da una preoccupazione educativa: in Uganda si è registrata la prima inversione di tendenza nella diffusione dell??AIDS grazie a una campagna di prevenzione basata sul cosiddetto metodo ABC, Abstinence (Astinenza), Be faithful (Fedeltà), Condom (Preservativo). Ovvero puntando soprattutto all??astinenza (si è così innalzata tra i giovani l??età del primo rapporto) e alla fedeltà. Citiamo le parole del presidente Museveni pronunciate nel 1992: ??...Continuo ad esaltare un ritorno alle nostre collaudate tradizioni che incoraggiavano la fedeltà e condanavano i rapporti prima e al di fuori del matrimonio. Credo che la miglior risposta alla minaccia dell??AIDS e dele altre malattie sessualmente trasmesse sia riaffermare pubblicamente e con franchezza il rispetto che ogni persona deve al proprio vicino. Bisogna insegnare ai giovani le virtù del??astinenza, dell??autocontrollo, la capacità di sacrificio e di attesa?.
Per quanto riguarda la cura, si deve invece guardare alla presenza della Chiesa, ovvero a quella rete di strutture sanitarie nate dall??amore all??uomo che oggi sono lo strumento più efficace nella cura dell??AIDS. Lo ha riconosciuto recentemente anche l??UNAIDS (l??agenzia dell??Onu che si occupa proprio della lotta al??AIDS) invitando i propri funzionari a collaborare e sostenere le strutture cattoliche, e lo ha riconosciuto anche l??amministrazione Bush che dedica una parte considerevole dei suoi investimenti per la lotta all??AIDS nel finanziamento delle organizzazioni religiose (Faith-Based Organizations, FBO). Del resto bastano i numeri a dare un??idea della realtà: le organizzazioni cattoliche rappresentano il 26% delle strutture sanitarie nel mondo. E non è solo una questione di quantità: l??amore alla persona, l??attenzione per i bisogni del malato e di chi gli vive intorno, fanno di queste strutture le più funzionali ed efficaci. |