Il prezzo della sposa e le mutilazioni genitali femminili, così come altre istituzioni, anch’esse presenti in Africa, e già descritte in precedenza, sono concepite per rispondere alle esigenze delle economie arcaiche che in Africa si organizzano secondo la struttura del lignaggio, il gruppo famigliare che regola i rapporti sociali in tutto il continente ordinando gli uomini in linee di discendenza ognuna delle quali è individuata a partire da un unico antenato fondatore. L’asservimento istituzionalizzato – non solo delle donne – è reso possibile dal fatto che tutte le società africane tradizionali, pur così diverse per usi e costumi, non hanno elaborato il concetto di "persona" e non riconoscono l’esistenza di diritti naturali. Nella tradizione tribale i diritti vengono quindi attribuiti agli individui dallo status che essi occupano, vale a dire dalla loro posizione sociale. I fattori che determinano status, ruoli, diritti e doveri sono prima di tutto la comunità d’appartenenza, il genere e l’età: idealmente il posto che una persona occupa nella società è deciso dal suo sesso, dalla sua posizione di nascita all’interno della propria famiglia e dal rapporto di quest’ultima con il resto della comunità della quale fa parte. Perciò nelle società tradizionali africane gli status si vorrebbero del tutto ascritti, cioè indipendenti dalle doti e dalla volontà individuali (dalle quali dipendono invece gli status acquisiti). La perpetuazione della comunità familiare originaria, che si garantisce assicurandole una discendenza e riproducendone sempre identiche composizione, struttura e organizzazione, è il fine dei sistemi sociali così concepiti e i suoi componenti sono il mezzo attraverso il quale questo fine si realizza. Per realizzare tale fine occorre innanzi tutto che ogni generazione passi attraverso la terra senza lasciare traccia di sé, cioè consegni alla generazione successiva il mondo ricevuto da quella precedente intatto e immutato in ogni suo aspetto: affinché nei secoli dei secoli nulla cambi e – dagli attrezzi domestici ai riti matrimoniali, dai metodi di caccia alle regole di discendenza… – la vita si svolga, generazione dopo generazione, esattamente come disposero gli antenati fondatori. In secondo luogo è necessario che nulla, o il meno possibile, sia lasciato all’incertezza del caso e, quindi, all’arbitrio del singolo, alla facoltà individuale di scegliere, decidere e agire seguendo impulsi, inclinazioni, ragionamenti, desideri e sentimenti che rispecchiano personalità e caratteristiche – intellettuali, morali, fisiche – soggettive. L’universo pietrificato, immutabile e prevedibile, che costituisce l’ideale nella concezione africana del destino umano, ammette e se necessario impone il sacrificio individuale. Le donne, e bambini, ne sono le principali vittime perché le società africane, come in generale tutte quelle che praticano economie arcaiche, sono patriarcali, gerontocratiche (il potere è nelle mani dei maschi anziani), rigidamente gerarchiche e fortemente autoritarie e quindi attribuiscono una posizione subalterna, con diversi gradi di soggezione, ai bambini e ai giovani di entrambi i sessi e alle donne adulte. |