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› Sicurezza alimentare e OGM
 
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Il rapporto OGM ?? Natura

Spesso si osserva una contrapposizione tra ciò che è ??naturale? e gli ??OGM?, considerandoli come qualcosa di radicalmente diverso da ciò che tutti i giorni arriva sulle nostre tavole. Questa posizione, per chi conosce la storia dello sviluppo umano, appare difficilmente sostenibile a meno di non considerare come innaturale la stessa agricoltura. Essa infatti nasce proprio dall??intervento umano di selezione dei genotipi vegetali e animali sulla base di criteri opposti a quelli naturali (trattenimento del seme sulla spiga, taglia bassa, ecc.). Tale selezione, inizialmente empirica, poi divenuta sempre più mirata, è stata tanto rilevante da rendere la maggior parte delle piante coltivate e degli animali completamente inadatti a sopravvivere negli ecosistemi naturali. Alcune specie sono state incrociate con altre molto distanti geneticamente per inserire geni utili: il pomodoro è stato incrociato con almeno 4 specie selvatiche; la segale è stata incrociata con il frumento (specie piuttosto distante geneticamente) per ottenere il triticale, un cereale che non esiste in natura, così come si è prodotto il tritordeum (ibrido tra orzo e frumento). Oltre 2000 varietà vegetali sono state ottenute fino ad oggi tramite irraggiamento con raggi X, gamma o altre radiazioni . Ad esempio, il frumento duro ??Creso??, utilizzato per la produzione di circa il 90% della pasta venduta in Italia, è stato ottenuto esponendo a radiazioni gamma la varietà ??Cappelli??.
Le nuove tecnologie, mimando processi che avvengono già in natura , permettono modifiche mirate del DNA, molto più prevedibili e controllabili di quelle fino a ora accettate perché considerate ??naturali?.
Va infine ricordato che gli organismi condividono larga parte del loro corredo genetico, tanto da permetterci di capire come funzionano alcuni geni umani attraverso lo studio dei loro corrispondenti genetici nel topo o anche nel lievito di birra. ? inoltre possibile trasferire geni anche tra specie molto distanti geneticamente pur mantenendo la loro funzionalità, a dimostrazione di come il linguaggio con cui sono scritti i geni sia universale.