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inserito il: 18-8-2009
CLIMA, ANCHE SARTORI HA LA TEMPERATURA ALTA
di Riccardo Cascioli
Ah, diavolo d’un Sartori. Non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Ormai il Ferragosto si attende non più per la vacanza al mare o per il pellegrinaggio ai santuari mariani (per chi ha fede). No, il Ferragosto ormai si attende per il tradizionale editoriale di Giovanni Sartori sul Corriere della Sera, in cui il longevo professore ci spiega da anni perché stiamo andando verso la catastrofe ambientale. E’ vero, qualche volta sul tema ambiente e sovrappopolazione ci sorprende anche in qualche altro periodo dell’anno, ma a Ferragosto l’appuntamento è fisso.

E così è stato anche quest’anno. A dire il vero nel sermone di quest’anno il professore ci è sembrato un po’ moscio rispetto alle invettive passate, forse perché l’uscita di scena del presidente Bush (che continua a chiamare “il Texano tossico”, una battuta che evidentemente gli deve essere piaciuta parecchio) gli ha tolto un facile bersaglio. Ha evitato anche di prendersela con la Chiesa.

Ad ogni modo non ha mancato di offrirci una preziosa chicca, che nasce dalla frustrazione di un professore che dopo aver spiegato per tanti anni la stessa lezione scopre che i suoi studenti (cita Pietro Calabrese) non hanno ancora imparato. E allora – dice Sartori – “mi tocca di rispiegare tutto daccapo”.

E cosa ci spiega Sartori? Che un conto è parlare di tempo e un conto parlare di clima. Vale a dire: se un’estate non è troppo calda non vuol dire che non c’è il riscaldamento globale. Perché le singole annate sono un conto, è il tempo “che ogni giorno vien spiegato e previsto dai meteorologi”, mentre il clima è l’evoluzione nel lungo periodo. Quindi se “quest’anno ha piovuto molto e siamo stati bene” non ha niente a che vedere con la realtà del riscaldamento globale, che non si discute, e con le previsioni di un ulteriore riscaldamento – ovviamente catastrofico – nel prossimo futuro.

E invece, dice sconsolato Sartori, “moltissime persone confondono le due cose”. Bene, come non essere d’accordo? Noi lo diciamo da sempre, insieme a tante altre cose: che, ad esempio, le emissioni di Co2 non possono essere definite inquinanti perché l’anidride carbonica non è un inquinante, anzi è un gas essenziale per la nostra vita sulla Terra. Cosa che chi parla di ambiente e clima dovrebbe sapere bene. Eppure Sartori ancora confonde le due cose, come fa quest’anno.

Ma su questo punto torneremo un’altra volta, restiamo invece alla chiarificazione offertaci da Sartori. Allora – ci spiega pazientemente il professore -  se quest’anno l’estate non è stata calda, a parte questo ultimo scorcio, non significa che non ci sia il riscaldamento globale. Quindi – ne deduciamo noi per vedere se abbiamo capito bene la lezione – se invece un estate facesse  molto caldo, molto più del solito, non significherebbe nulla in termini di clima; non potrebbe essere usata come prova del riscaldamento globale in atto. Giusto?

Bene, facciamo allora una verifica. Ricordate la tremenda estate del 2003, quella della “strage” di anziani per la tremenda calura estiva? Sicuramente Sartori, da serio professore universitario qual è, non avrà usato quel caldo anomalo per collegarlo strumentalmente al riscaldamento globale.

E invece cosa andiamo a scoprire? Che nell’editoriale pubblicato per l’occasione il 17 agosto (probabilmente era stato più meditato del solito), il nostro professore inizia così: “Quest’anno è stato caldissimo? Non c’è dubbio: sì. Fa troppo caldo da maggio e l’estate è stata torrida”. E poi, dopo aver spiegato che moriremo arrostiti, continuava: “Nessuno aveva previsto la subitanea impennata di calore di quest’anno. Tutti prevedevano un crescendo più lento. Ma perciò il segnale di allarme è serio”.

Ma no, non è possibile: il caldo del 2003, un evento stagionale, confuso con il clima. Giovanni Sartori che confonde due fenomeni distinti come fosse un Pietro Calabrese qualunque. Ahi, che delusione professor Sartori. Noi che avevamo aspettato con trepidazione il Ferragosto per abbeverarci alla fonte della sua sapienza, ora siamo qui affranti e confusi (oltre che accaldati): con il dubbio che lei non sia in realtà quel vecchio sapiente che ama descriversi, ma il solito volgare mistificatore.

La preghiamo professore: non ci faccia aspettare un altro anno per risolvere questo dubbio. Scriva prima che può, torni a spiegarci il clima. In questi momenti difficili, ci aiuta sempre molto una bella risata…